PESCARA. Da centro culturale ad hotel, con tanto di aumento della volumetria e di avanzamento verso il mare. E nel mezzo una lunga serie di questioni sollevate e che attendono risposte. Ieri è tornato a parlare dell’area ex Fea sul lungomare Matteotti il consigliere regionale del Pd, Antonio Blasioli, dopo la seduta del consiglio dello scorso 26 giugno.
«Abbiamo assistito al consueto scarico di competenze e responsabilità tra assessori. Eppure quella della valorizzazione dell’ex Fea è una vicenda lunga e complessa, ancora lontana da una degna conclusione», ha detto ieri Blasioli, «Lo scorso maggio ho presentato una corposa interpellanza finalizzata a: appurare se la deroga progettuale approvata con Delibera del Consiglio Comunale rispetti o meno i criteri dell’uso pubblico e del divieto espresso dell’aumento di volumetrie previsti nell’avviso di concessione del 2017; avere ragguagli sull’esito del procedimento di individuazione del soggetto inquinatore da parte della polizia provinciale; avere una stima temporale sulla fine di questo calvario infinito che si sta abbattendo sui residenti della zona e sul nostro lungomare, un’area su cui il centrodestra non sembra avere le idee particolarmente chiare, dato che prima ha dato il via libera alla demolizione del Carlton e poi ha abbracciato l’idea di un Art Hotel dove prima era previsto un museo poiché la città mancherebbe di strutture ricettive. Rispetto a questi aspetti ovviamente non è pervenuta alcuna risposta».
Prima di diventare un possibile hotel sul lungomare, l’area ex Fea avrebbe dovuto trasformarsi in un incubatore culturale con una piazza e un distretto del gusto. « Nel 2017 la Giunta regionale di centrosinistra ha predisposto un bando per la concessione di valorizzazione del complesso ex Fea. Nel 2018 il bando è stato aggiudicato ad una ditta di Reggio Emilia per un progetto che prevedeva: un incubatore culturale, la realizzazione di una piazza e un distretto del gusto per la valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche. Con l’avvio dei lavori è stato riscontrato l’inquinamento da cloruro di vinile, una sostanza probabilmente collegata alla vecchia funzione di stazione delle ferrovie elettrificate Penne-Pescara. Dal momento della scoperta Fea srl ha sostenuto spese pari a circa 200.000 euro per la bonifica. Nel 2023 Fea ha chiesto di modificare il progetto per poter costruire un hotel e aumentare la volumetria fino a 8400 metri cubi». (o.d.a.)