L’AQUILA. Non si placa l’indignazione degli aquilani, e degli abruzzesi in generale, dopo l’infelice uscita della giornalista Milva Andriolli nel servizio dedicato dalla redazione Rai del Veneto alla tragedia, sessant’anni fa, del Vajont. Dopo il servizio pubblicato sul Centro ieri mattina, al coro di voci sconcertate esploso sui social si sono aggiunte le proteste ufficiali del senatore di Fratelli d’Italia Guido Liris e del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi. «La natura si vendicò dello scippo nel 2009 con il terremoto dell’Aquila e quei fogli, salvi per miracolo, presero temporaneamente la strada di casa»: queste le parole incriminate, che si riferiscono al trasferimento degli atti del processo sul disastro, che si tenne proprio all’Aquila per evitare eventuali ingerenze.
«Quella che forse voleva essere un’iperbole, magari per sdrammatizzare vicende invece molto gravi per entrambe le comunità, è finita per essere un autentico scivolone per il quale ritengo che la giornalista che ha pronunciato quelle parole debba molto semplicemente scusarsi, con il Veneto e con l’Abruzzo». Parole dure, quelle del senatore Liris, che prosegue ricordando il pesante tributo da entrambi i territori, un tributo di sofferenza di fronte al quale «concedersi “licenze poetiche”» risulta «intollerabile e ferisce le sensibilità di chiunque abbia anche solo indirettamente vissuto i due eventi e lascia molto semplicemente basiti». Nel documento, Liris paventa anche «una richiesta formale di chiarimenti anche nella Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi».
Altrettanto indignate le parole del sindaco Biondi. «Aver attribuito una “colpa” per la quale il terremoto avrebbe rappresentato una “punizione” ha ferito la nostra comunità», scrive il primo cittadino, che ha ritenuto anche di interpellare i vertici della Rai, per esprimere la delusione e lo sconcerto. Cosa che ha portato ad una lunga mattinata di colloqui per approfondire i termini dell’episodio. «La digressione ha ferito gli aquilani quanto gli amici veneti», riflette il primo cittadino. «Le vittime dell’Aquila e quelle delle comunità di Longarone, Codissago e Castellavazzo, Erto e Casso», conclude, «hanno pianto e stanno ancora piangendo. Il tempo non è sufficiente a lenire il dolore e tantomeno a cancellare la storia».
Le proteste hanno comunque ottenuto l’effetto auspicato: il sindaco e il direttore della Rai hanno ricevuto una nota di scuse proprio a firma della giornalista autrice del servizio televisivo.