TORTORETO. Un serio piano industriale di rilancio o la vendita: sono le uniche due strade possibili, secondo la Fiom Cgil, per dare un futuro alla Betafence di Tortorteto, l’azienda di cancelli che da anni vive una situazione di affanno fra ridimensionamenti e cassa integrazione.
La recente novità legata agli assetti societari, col passaggio ad un consorzio di banche della Praesidiad (il fondo che che detiene la proprietà dell’azienda), ha acuito le preoccupazioni dei lavoratori e dei sindacati che hanno fatto mettere in moto la macchina istituzionale. Nei giorni scorsi in Regione si è tenuto un tavolo istituzionali con le parti sociali e i referenti della Betafence che hanno riferito di una consistente iniezione di liquidità che i nuovi proprietari hanno voluto portare in dote all’azienda: 25 milioni di euro per ridurre il debito e l’impatto degli interessi passivi. Una destinazione finanziaria e non industriale, come invece avrebbero voluto lavoratori e sindacati.
Tuttavia la speranza è che possa avviarsi un percorso di rilancio dell’azienda: ciò che Cgil, Cisl e Uil si aspettano nel prossimo incontro previsto per il 28 settembre è la presentazione di un piano industriale con investimenti e prospettive concrete per il futuro «altrimenti saremo costretti ad alzare l’asticella della mobilitazione: occorre chiarezza perché qui si tratta di tutelare 97 lavoratori e le loro famiglie, ma anche di sostenere una realtà industriale importantissima», commenta Natascia Innamorati, segretaria Fiom Cgil. L’alternativa a un piano industriale, per la sindacalista, sarebbe solo una: la vendita dell’azienda «a qualcuno che abbia un reale interesse a fare impresa, con tutte le garanzie del caso che dovrà essere la Regione in primis a chiedere», conclude Innamorati.
Veronica Marcattili