TERAMO. Un bimbo è nato morto sabato scorso nell’unità di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Mazzini di Teramo. Il caso di morte intrauterina ha fatto scattare due inchieste: quella penale dopo la denuncia dei familiari – che si sono affidati all’avvocato Gennaro Lettieri – presentata ai carabinieri, per la quale la Procura ha disposto l’autopsia sul piccolo e già emesso i primi avvisi di garanzia allo staff medico intervenuto sul parto della donna, e quella interna della Asl. «Abbiamo subito avviato un’indagine per fare piena luce sull’accaduto e dare risposte alle legittime domande dei familiari e anche del nostro personale», ha spiegato il direttore generale Maurizio Di Giosia, «gestiamo questa triste vicenda nella massima trasparenza e con spirito di massima collaborazione con tutte le parti coinvolte. Alla famiglia va il nostro cordoglio e la comprensione per l’immenso dolore».
Ed è indirizzata proprio a Di Giosia la toccante lettera che i genitori del piccolo Domenico Olivieri, il nome del bambino, nato alla 41esima settimana di gestazione, quindi a gravidanza a termine, e del peso di 3,800 chilogrammi, hanno affidato al Centro. Parole toccanti e commoventi che raccontano dalla “voce” del bambino la versione dei genitori su ciò che è accaduto.
«Sono Domenico, nato solo pochi giorni fa all’ospedale Mazzini», recita la missiva, «il 6 maggio iniziano per la mamma le prime contrazioni, va in ospedale alle 14,30 e viene visitata intorno alle 15. Le viene fatto un tracciato dove il mio cuoricino batte forte forte e, dopo il tampone Covid, viene accompagnata in reparto con tanti dolori, è sola perché il mio papà potrà tornare solo a orario di visita».
Sembra, dunque, tutto nella norma, invece qualcosa poi non va come previsto: la mamma di Domenico accusa forti dolori e si accorge di avere delle perdite di sangue.
La lettera racconta minuto per minuto il drammatico evolversi della situazione. «Alle 19.10 l’ostetrica arriva, c’è anche papà vicino alla mamma finalmente, è ora di sentire il mio cuoricino, l’ostetrica mette i sensori sulla pancia di mamma, ma il mio cuoricino già non si sente. Si accorgono che qualcosa non va e portano d’urgenza la mamma in sala parto e dicono a papà di attendere fuori perché devono prima sistemare la mamma e poi lo faranno rientrare, ma papà non potrà più rientrare perché provano di nuovo a sentire il mio cuoricino, ma nessuno ci riesce… sono le ore 19.30. Arriva un altro medico, anche lui cerca il mio battito, purtroppo si sente a malapena. Per vedermi nascere, la mia mamma dovrà fare un cesareo d’emergenza, eccomi, alle 20.05 finalmente vengo al mondo, ma purtroppo io non conoscerò mai gli occhi di mamma e papà perché sono nato morto».
Infine, il chiaro messaggio al manager della Asl, Maurizio Di Giosia: «Caro direttore, si parla tanto del nuovo ospedale nella nostra città, ma abbiate a cuore, soprattutto, di avere medici e personale all’altezza, che ricordino sempre che un ospedale cura e si prende cura delle persone e solo così il nostro ospedale potrà diventare un’eccellenza».
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