PENNE. Ci sono due bimbi piccoli, di 24 e 7 mesi, tra i nuovi rifugiati al Cas comunale di Penne di Collalto. Sono arrivati ieri, insieme con le rispettive mamme, dopo esser stati visitati e controllati all’ospedale di Chieti. Continua l’accoglienza ai rifugiati a Penne.
Negli ultimi giorni sono stati accolti 6 richiedenti asilo politico dalla Guinea sbarcati ad Ortona dopo essere stati tratti in salvo dalla Ong spagnola Sm. Complessivamente al centro di accoglienza comunale di Collalto, gestito dalla cooperativa Cogecstre, ci sono 31 profughi scappati dal conflitto in Ucraina, di cui 10 minorenni in età scolare tra i 6 ed i 16 anni, più 6 richiedenti asilo in arrivo dalla Guinea (compresi 3 minori: una 15enne e 2 bimbi piccoli, uno di 24 mesi ed uno di 7 mesi) e 4 dal Bangladesh. «Penne si è dimostrata in questi anni una grande città dell’accoglienza», ha detto il vice sindaco Pina Tulli. «Il sistema di Penne è funzionale perché c’è estrema collaborazione con le istituzioni pubbliche. Inoltre, la nostra struttura, in questi mesi, si è dimostrata versatile e flessibile nel rispondere nel miglior modo possibile alle emergenze che la prefettura ci ha chiesto di fronteggiare», ha spiegato il vice sindaco del Comune di Penne. A questi 41 ospitati nel centro d’accoglienza di Collalto vanno ad aggiungersi gli 89 già presenti nella struttura d’accoglienza del Lapiss, sempre gestita dalla Coop Cogecstre.
Nella struttura del Lapiss, tra gli altri, sono accolti 37 rifugiati dal Bangladesh, 12 dal Pakistan, 15 dall’Egitto, 8 dalla Guinea e poi tanto provenienti da altre nazioni dove la vita è molto complicata: Nigeria (1), Afghanistan (2), Senegal (2), Mali (6), Costa d’Avorio (3), Sierra Leone (1), Palestina (1), Gambia (1) e ancora Guinea (8).
Tutti i rifugiati passati dalle strutture di accoglienza presso la Riserva naturale di Penne, sia dal Lapiss che dal Cas comunale di Collalto, non sono stati solo accolti, ma hanno potuto anche intraprendere percorsi esperienziali e formativi. Sono diversi i profughi che negli anni sono riusciti ad integrarsi al meglio nella comunità locale. C’è addirittura chi, come il bengalese Md Rashid, arrivato in Italia ancora minorenne, è riuscito ad aprire una proficua attività commerciale (vendita di cover e articoli per la telefonia) in piazza Luca da Penne. (f.bel.)