GIULIANOVA . Sono iniziati nei giorni scorsi i lavori nelle sei palazzine Ater di via Brodolini per la sistemazione dei 184 balconi, pericolanti da oltre due anni, e da un anno interdetti agli inquilini per motivi di sicurezza. Al momento è stata sistemata la bancata per intervenire sui balconi dei primi piani degli edifici con il ripristino del calcestruzzo ammalorato e nei prossimi giorni dovrebbero arrivare dei mezzi idonei per arrivare ai piani superiori e intervenire, dunque, sugli altri affacci. Si interverrà nello specifico sui 21 pilastri e le travi interessate dal distacco del copriferro in cemento. Circa un mese fa, comunque, la presidente dell’Ater Maria Ceci ha assicurato che per fine marzo i lavori saranno ultimati e i residenti sperano che questa promessa si concretizzi.
Da un anno, infatti, gli inquilini che occupano gli alloggi non possono accedere ai propri balconi e nella prossima stagione estiva vorrebbero riuscire a farlo. Restano però le perplessità da parte di molti residenti e non solo sui fondi messi a disposizione dalla Regione, su richiesta dell’Ater, per un totale di circa 380mila euro. A inizio febbraio il consigliere di opposizione Franco Arboretti, candidato alle elezioni regionali del 10 marzo per il centrosinistra con la lista “Abruzzo Insieme-D’Amico presidente”, ha proposto la convocazione di un ulteriore tavolo di lavoro da tenersi in municipio, alla presenza dei rappresentanti dell’amministrazione, degli altri gruppi consiliari e, soprattutto, degli inquilini delle case Ater di via Brodolini, oltre alla presidente Ceci. Anche secondo Arboretti i fondi non sono sufficienti a completare i lavori e chiede lo stanziamento di ulteriori risorse economiche. La situazione critica delle sei palazzine in via Brodolini è stata portata alla luce a maggio 2023 grazie a un’assemblea pubblica nel cortile delle palazzine organizzata dai ragazzi del gruppo anarchico “Campetto occupato” ed è culminata in un partecipato consiglio comunale a giugno. Anche secondo gli anarchici i fondi stanziati non sarebbero sufficienti per l’intervento.
Luca Venanzi