
LANCIANO. Assolto con formula piena dalle accuse di sequestro di persona, maltrattamenti e violenza sessuale verso l’ex moglie. Dopo 3 anni di udienze, L.P., 38 anni, bulgaro, da anni residente nell’hinterland frentano, rappresentato dall’avvocato Errico Sacco, ha dimostrato che le accuse gravi da parte della ex moglie, una romena 37 enne, non erano fondate. E si parla di violenza sessuale, di botte, di minacce di morte e addirittura di sequestro di persona.
«L’11 settembre 2017 L.P. ha preso la ex compagna in Romania, ficcata nella sua auto a cui aveva rimosso le manovelle delle portiere per evitare l’apertura dall’interno», diceva l’accusa sostenuta in aula dal sostituto procuratore Francesco Carusi, «e portata contro la sua volontà in Italia. In casa dell’uomo sarebbe arrivata alle 20 del 12 settembre 2017». Qui, la donna sarebbe stata rinchiusa fino al 13 ottobre 2017. L.P. le impediva di uscire da sola, di vedere gente e la maltrattava. Parolacce, offese, minacce di morte col coltello e forbice puntati contro. «La prendeva a schiaffi e pugni al volto, le legava mani e piedi e la attaccava al gancio di traino dell’auto mentre le diceva: “Se fai quello che ti dico non ti faccio del male, altrimenti ti ammazzo”», recita l’accusa. «Guidava in modo imprudente tanto da rischiare di uscire fuori strada: “Visto che non riesco ad ammazzarti da sola, lo faccio buttandomi fuori strada così moriremo assieme”». Poi in casa l’avrebbe violentata. La donna sarebbe riuscita a fuggire il 13 ottobre e ha sporto denuncia ai carabinieri. Ma, nel corso delle udienze, sarebbero emerse contraddizioni nel suo racconto evidenziate dall’avvocato Sacco, non ci sarebbe stata violenza sessuale, né alcun sequestro. Anche il pm ha rilevato discrepanze e il collegio – presidente giudice Maria Rosaria Boncompagni, a latere Maria Teresa Pesca e Stefania Cantelmi – ha assolto l’uomo perché il fatto non sussiste. (t.d.r.)
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