
MONTESILVANO. Coltivare prodotti genuini, trascorrere le proprie giornate all’aria aperta, fare nuove amicizie e, per alcuni, condividere un’attività con i propri nipoti. Sono queste le motivazioni che, quattro anni fa, hanno spinto una trentina di montesilvanesi a partecipare al bando per la gestione degli orti urbani di via Don. L’iniziativa, promossa dall’allora amministrazione Maragno, riscosse un grande successo e oggi i pensionati che gestiscono il proprio appezzamento di terra si dicono soddisfatti della proroga appena concessa dall’attuale amministrazione. E adesso, alla luce di alcune rinunce, decessi e occupazioni abusive degli orti, gli uffici tecnici hanno recentemente fatto una ricognizione dell’area, dichiarando liberi 9 terreni su 33 che presto saranno oggetto di un nuovo bando di assegnazione. Ad accogliere i futuri “agricoltori” saranno molti pensionati che quotidianamente trascorrono il tempo in via Don. Tra loro c’è Luigi Santedicola, cameriere in pensione. «Coltivo un po’ di tutto», mostra con orgoglio. «Lì ci sono le fave, i pomodori, l’aglio, l’insalata, le cipolle, mentre quella parte è pronta per i fagiolini, le melanzane, i peperoni e le zucchine. Ho deciso di prendermi cura di quest’orto perché mi aiuta a trascorre il tempo e a mantenermi in forma». Santedicola rivela di prendersi cura dell’orto tre giorni a settimana. «È faticoso, c’è da lavorare, ma se tornassi indietro lo rifarei. In passato portavo con me anche mio nipote, ma ormai è grande». Ad avvalersi della “manodopera” dei suoi 5 nipoti è anche Mauro D’Aluiso, ex tecnico nel settore petrolifero. «Hanno dai 2 ai 12 anni e spesso li porto con me. Si divertono ad annaffiare e a raccogliere i prodotti», spiega. «Qui coltiviamo prodotti sani, senza concimi e senza animali, per cui possiamo mangiare anche le erbe selvatiche. Per le piante, dipende dalla stagione: d’estate i pomodori, i cetrioli, le zucchine. Nella stagione invernale, cavolfiori, insalata, finocchi». Anche D’Aluiso ammette di dedicare molto tempo all’orto sociale, ma rivela che non gli dispiacerebbe averne uno grande il doppio. «Se è una bella giornata resto qui tutta la mattinata», spiega. «Ho a disposizione 50 metri quadrati, ne servirebbero almeno il doppio per soddisfare le esigenze della famiglia e dare un po’ di respiro al terreno».
Anche dal punto di vista sociale, per i coltivatori di via Don l’orto è un’ottima soluzione per trascorrere del tempo in compagnia. «C’è un bel rapporto con persone che prima non si conoscevano. Ci servirebbero più campi come questi, anche in altri quartieri», dichiarano. Pomodori, cipolle, insalata, verza anche per Sigfrido Liberati, operaio di fabbrica in pensione. «Ho sempre fatto un altro mestiere e la mia famiglia non possedeva la terra, per cui non avevo alcuna conoscenza. Ho imparato piano piano», confessa. «Mi tiene impegnato dalla mattina alla sera, ho fatto amicizia con gli altri e sono contento quando vengono ad aiutarmi i miei nipotini».