TERAMO. Un affondo durissimo, un attacco frontale che non lascia spazio ad alcun tipo di interpretazione né giustificazione. La situazione dei nidi d’infanzia a Teramo è da tempo al centro dell’agenda dei sindacati, ma l’ordinanza di chiusura fino a domani delle sei strutture comunali per il caldo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ieri Fp Cgil e Fp Cisl hanno convocato la stampa per spiegare come si sia svolto negli ultimi mesi il dialogo col Comune, quali siano state le rassicurazioni e gli impegni inevasi. Un rapporto, quello fra sindacati e amministrazione D’Alberto, che oggi appare teso come non mai. Del resto, ha detto senza mezzi termini il segretario della Fp Cgil Mauro Pettinaro, «questa amministrazione di centrosinistra schifa il sistema infanzia». Al centro la questione del microclima: a dicembre Cgil e Cisl avevano segnalato la problematica del caldo al Comune e alla Prefettura e da lì «incontri e rassicurazioni, ma nulla è stato fatto. Poi sono arrivati i malori, la nostra segnalazione alla Asl e le verifiche delle temperature. D’un tratto il Comune dispone la chiusura dei nidi per un’emergenza caldo che non è tale se gestita per tempo, generando difficoltà alle famiglie», hanno spiegato Pettinaro e Marco De Febis della Cisl. Negli ultimi giorni nei nidi si sono registrati quattro malori fra lavoratrici e bambini. Nulla di grave ma «è chiaro che l’ambiente non è vivibile. Il Comune ha consegnato nei mesi scorsi dei condizionatori portatili: in alcuni casi non possono essere messi in funzione, in altri non hanno la capacità di rinfrescare», ha detto De Febis. I sindacati si dicono infine preoccupati per le educatrici delle cooperative che non hanno tutele per i giorni di lavoro persi, e per le valutazioni negative fatte al personale dall’ente rispetto all’anno precedente che non si fonderebbero su dati oggettivi.
Su cosa accadrà da lunedì non vi sono certezze. Il Comune tramite una nota dell’assessora Miriam Tullii spiega che «con l’ordinanza si vuole salvaguardare responsabilmente la salute dei più piccoli e dei lavoratori, ma nel contempo nei giorni di chiusura mettere in campo delle verifiche tecniche per una più puntuale valutazione delle condizioni che si presenteranno la settimana prossima ai fini della riapertura. Le verifiche sono infatti in corso. I nidi a fine giugno sono stati dotati di condizionatori portatili e laddove necessario è stato adeguato l’impianto elettrico. Il particolare peggioramento delle condizioni ha costretto numerose città italiane a prendere le stesse decisioni della nostra amministrazione».
La chiusura dei nidi è finita nel mirino dell’opposizione. Per Azione «la decisione mette in luce gravi carenze strutturali e organizzative che non possono più essere trascurate. Rette elevate per trovarsi ad affrontare disagi significativi: è questa la paradossale realtà contro cui combattono le famiglie. Sarebbe legittimo aspettarsi che le rette di 178 euro per il mese extra di luglio, insieme a quelle di 222 euro per i mesi scolastici regolari, garantiscano quantomeno la copertura dei bisogni fondamentali dei più piccoli. Tuttavia è proprio in queste necessità di base che le strutture mostrano le loro carenze, come dimostra l’assenza di climatizzatori, indispensabili per assicurare un ambiente sicuro e confortevole», scrive il segretario Alessio D’Egidio invocando la messa in sicurezza delle strutture e la revisione delle tariffe per compensare i giorni di chiusura forzata. Fratelli d’Italia chiede le dimissioni del sindaco: «Preferisce spendere soldi per le feste anziché per i servizi all’infanzia: dopo sei anni non è riuscito a risolvere un problema da tempo denunciato dai sindacati. È una interruzione di pubblico servizio grave che mette in difficoltà famiglie e lavoratori», commenta il capogruppo Luca Corona.
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