ORTONA. «Un progetto in contrasto con tutte le norme dettate dal Piano speciale territoriale regionale e dal Prg di Ortona, e che soprattutto causerà danni all’ecosistema marino, alla pesca e alla bellezza di un litorale unico che verrà distrutto da un’opera impattante, mentre i sindaci e le associazioni ambientaliste tacciono: perché?». È la domanda che pone il presidente di Italia Nostra Abruzzo Pierluigi Vinciguerra ai sindaci della costa, da San Vito a Vasto passando per Rocca San Giovanni e Fossacesia, al presidente della Provincia Francesco Menna e a tutte quelle associazioni che non hanno suonato l’allarme e non si stanno opponendo alla realizzazione di un grande impianto fotovoltaico galleggiante al largo della costa ortonese.
Un progetto per il quale la società Fred Olsen Renewables Italy srl ha depositato alla capitaneria di porto di Ortona una richiesta di concessione demaniale della durata di 40 anni per uno specchio d’acqua della superficie compresa tra i 2,5 chilometri dalla costa fino a 3,5 chilometri a largo. «Parliamo, secondo gli studi fatti da un team di esperti di Italia nostra e dal biologo Giovanni Damiani, di un’area che occuperà uno specchio d’acqua pari a 624 campi di calcio regolamentari», precisa Vinciguerra, «40 moduli galleggianti con 1.600.000 metri quadrati di pannelli fotovoltaici, poi piattaforme alte 20 metri, un elettrodotto sottomarino. Un’opera che porterà i fondali a morire, andando in penombra. Morirà la cymodocea nodosa, una pianta protetta che ossigena l’acqua, dà stabilità ai fondali, combatte l’erosione ed è culla di moltissime specie marine. Poi ci saranno rumori, inquinamento elettromagnetico. I pescatori hanno sollevato il problema, Italia nostra ha presentato osservazioni al progetto: dove sono le associazioni? Dove sono i sindaci? Dov’è il presidente della provincia Menna che a Vasto ha fermato un impianto ben più piccolo e ora invece è in silenzio?».
Vinciguerra precisa che Italia Nostra è da sempre favorevole alle rinnovabili, «ma in luoghi giusti e opportuni, mentre quello scelto dalla multinazionale non lo è. Inoltre è un impianto mai realizzato prima», evidenzia il presidente, «quindi non si conoscono neanche le conseguenze, oltre a quelle negative sull’ecosistema, sul paesaggio e il turismo. Avremo una distesa di pannelli che si vedrà dall’abbazia di San Giovanni in Venere, dalla tanto decantata Via Verde. I turisti costeggeranno una serie infinita di pannelli fotovoltaici. Questo progetto è anche peggiore delle trivelle», conclude Vinciguerra, «eppure tutto tace: perché?». (t.d.r.)
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