TERAMO. Rimettere al centro la storia dei territori e da lì partire per valorizzarli, renderli attrattivi e farli conoscere. È ciò che l’HistoryLab dell’Università di Teramo intende fare mettendo a disposizione di enti pubblici e privati, associazioni e aziende, le proprie competenze, conoscenze ed eccellenze intellettuali. Quello che è appena nato nell’ateneo guidato dal rettore Dino Mastrocola è un innovativo centro di ricerca interfacoltà, istituito da Scienze Politiche e Scienze della Comunicazione, che coinvolge giovani ricercatori e studiosi nell’approfondimento di temi storici che siano da supporto a molteplici interlocutori esterni al mondo accademico con i quali e per i quali realizzare progetti fondati su solide fondamenta: la storia. Dove la parola “storia” abbraccia fatti, costumi, tradizioni, specificità di un territorio.
La direttrice dell’HLab è la preside della facoltà di Scienze Politiche, Francesca Fausta Gallo, che nell’ateneo teramano è docente di Storia moderna. Crede fortemente nel progetto e nella sua utilità economica e sociale per l’intera regione Abruzzo e lo spiega così: «Laboratori di ricerca simili sono diffusi in Nord Europa e svolgono un ruolo centrale: noi vogliamo porci come strumento scientifico per far crescere il territorio. La conoscenza della storia è fondamentale per valorizzare i luoghi, saperli raccontare all’esterno, poter pianificare azioni di comunicazione e promozione, metterli a reddito. Lo storico non è un soggetto avulso dalla realtà, come magari si è portati a credere. È immerso nella società, ne conosce il passato ed è per questo che può dare un contributo straordinario allo sviluppo anche in termini economici».
Ma materialmente cosa fa un HistoryLab? Francesca Fausta Gallo risponde così: «La ricerca storica sta alla base, ad esempio, di una campagna di promozione turistica: se un ente comunale intende avviare una programmazione in tal senso, l’HLab avvia approfondimenti su quelle che sono le specificità e le peculiarità artistiche, enogastronomiche, religiose, ambientali e così via di quella precisa area. Da qui si parte per un progetto di promozione turistica che non si limiti a uno spot, ma sia più strutturato e organico, solido e rispondente alle richieste dei viaggiatori», spiega la preside. Ma è solo una delle attività che il neonato centro di ricerca può fare. I suoi campi d’azione spaziano dalle pubblicazioni sulla storia locale o sulla cultura immateriale delle comunità alle ricerche inerenti alla storia d’impresa; dalla progettazione di prodotti editoriali a tema storico per le scuole, all’allestimento di musei reali e virtuali. L’HLab potrà realizzare contenuti scientifici e grafica di pannelli, info point e WebApp per percorsi storico-archeologici, naturalistici, religiosi; potrà sviluppare videogiochi storici in 2D, cartografie digitali e fornire consulenze per manifestazioni e rievocazioni storiche. Un terreno d’azione enorme «che può essere utilissimo al territorio per migliorarsi e crescere, dice la preside Gallo, e conclude con un appello ai potenziali interlocutore: «Il messaggio che diamo agli enti e alla collettività è: l’università c’è, ha forti competenze e giovani ricercatori preparatissimi. Collaboriamo».
Veronica Marcattili
©RIPRODUZIONE RISERVATA.