TERAMO. La Asl di Teramo è capofila di un progetto innovativo in tema di assistenza post ospedaliera che vede al centro gli anziani fragili. Si chiama Agicot e ieri è stato presentato nella sede dell’azienda sanitaria dal direttore generale Maurizio Di Giosia, dall’assessore regionale alla salute Nicoletta Verì, dal docente Niccolò Persiani dell’università di Firenze e da Valerio Profeta, direttore del coordinamento assistenza sanitaria territoriale della Asl, che ha elaborato il progetto insieme alla dottoressa Santa De Remigis.
Il cuore di quella che il dottor Profeta ha definito «una nuova scommessa per l’azienda teramana» sta nel rendere sempre più vicina e professionale l’assistenza alle persone in un momento, come quello del post ricovero ospedaliero, dove spesso è complicato gestire un anziano. La Asl, proprio per allargare e potenziare il sistema sanitario integrato, aveva partecipato tramite la Regione Abruzzo a un bando ministeriale per la realizzazione di progetti regionali sulla sperimentazione di strutture di prossimità. Ha così ottenuto un finanziamento di un milione e 100mila euro presentando un progetto, ideato in collaborazione dell’Università di Firenze, che dà vita all’Agicot (agenzia di integrazione continuità ospedale-territorio) dedicata all’organizzazione e al potenziamento dell’integrazione dell’assistenza sociosanitaria tra ospedale e territorio. La presa in carico dei pazienti passerà attraverso un’equipe multiprofessionale che si occuperà di ottimizzare, attivare e monitorare il percorso più appropriato per l’anziano non solo nella fase della dimissione ospedaliera ma anche tra i diversi percorsi assistenziali del territorio. L’intero iter vedrà il coinvolgimento del paziente e di chi se ne prende cura, delle strutture del servizio sanitario nazionale e dei servizi sociali degli enti locali, del terzo settore e della collettività. Nel corso della sperimentazione verranno utilizzati strumenti operativi quali il “Progetto di vita” (documento unico in cui confluiranno programmi, progetti individualizzati e relazioni specialistiche), il “Budget di salute” (strumento di definizione quantitativa e qualitativa delle risorse economiche, professionali e umane, istituzionali e personali necessarie per l’assistenza socio-sanitaria) e un portale dedicato (software informatico che metterà in relazione bisogni sanitari e servizi sociosanitari).
Per il direttore generale Di Giosia «gli anziani fragili spesso necessitano di cure e assistenza sanitaria continua: bisogna dunque definire servizi tempestivi e adattabili a tante diverse esigenze, volti non solo alla cura delle loro malattie, tanto più durante la pandemia, ma anche volti a preservare la qualità della loro vita. Primario, a questo riguardo, è non sradicare l’anziano dalla propria famiglia e dal proprio ambiente, riducendo dove possibile i ricoveri in ospedale». L’assessore Verì ha ricordato come l’Abruzzo sia una delle regioni col maggior numero di anziani, «quindi è importante prendere in carico il paziente dimesso dall’ospedale attraverso modelli organizzativi impostati sull’appropriatezza delle cure, aiutando le famiglie che spesso non sanno come trattarlo. Al termine del progetto, in base ai risultati, decideremo come traslarlo nelle altre Asl», ha concluso.
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