TERAMO. Conosciuta su una chat, adescata su Instagram e violentata al primo incontro su una spiaggia deserta. È quanto ha denunciato una ragazza diventata da poco maggiorenne e residente in un centro del Teramano, e questa denuncia ha portato all’arresto, dopo mesi di indagini condotte dalla polizia e coordinate dal pm Enrica Medori, del presunto autore della violenza sessuale, un teramano di 45 anni, che su ordine di custodia cautelare è stato messo ai domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico.
A rivelare all’opinione pubblica la delicata vicenda è una nota della questura di Teramo nella quale, su disposizione della Procura, non viene menzionato alcun luogo preciso. Si legge: «Nel pomeriggio di giovedì 11 luglio, nell’ambito di un’attività di indagine condotta dalla squadra mobile della questura di Teramo e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Teramo, è stata eseguita la misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di un uomo di 45 anni ritenuto presunto responsabile di aver commesso il reato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza neomaggiorenne. L’attività di polizia giudiziaria in questione costituisce il positivo epilogo di una complessa e articolata attività di indagine svolta altresì mediante sofisticate analisi dei tabulati del traffico telematico storico generato dai dispositivi in uso all’indagato, nonché mediante l’elaborazione dei dati contenuti nello smartphone della vittima. L’attività investigativa ha avuto la sua genesi nel marzo 2024, quando la ragazza, dopo essersi recata al Pronto soccorso, ha denunciato al personale della squadra mobile di aver subito, pochi giorni prima, una violenza sessuale in spiaggia. Secondo l’accusa l’uomo, dopo aver conosciuto la vittima su una chat e averla convinta mediante interlocuzioni sul social Instagram a dargli un appuntamento, si sarebbe incontrato con la stessa a metà marzo 2024. In tale occasione, si sarebbe appartato con lei in spiaggia e l’avrebbe costretta a un rapporto sessuale. L’indagato è stato rintracciato presso l’abitazione di residenza ove è stato collocato in regime di arresti domiciliari. Contestualmente è stata effettuata, nei confronti dell’arrestato, perquisizione delegata dall’autorità giudiziaria, all’esito della quale sono stati sottoposti a sequestro vari apparati informatici».(red.te)