LANCIANO. «Viviamo disagi su disagi: non solo l’acqua viene tolta prima del previsto ma non torna neanche nell’orario indicato e durante il resto della giornata facciamo i conti con una pressione talmente bassa che è impossibile fare lavatrici, a volte anche lavarsi». «Non se ne può più: dalle 17.30 siamo a secco altro che le 21». «Sono le 9 non c’è ancora l’acqua che doveva tornare alle 6, ho una persona invalida da accudire e lavare, come faccio? Almeno avvisassero delle chiusure e non solo su internet». Protestano i residenti, in particolare dalla zona di Santa Rita, il quartiere più grande della città, che si ritrova senza acqua ormai da giorni anche se la zona non viene inserita nell’elenco di quelle che resteranno senza il servizio. Ma da ieri gli stessi disagi sono vissuti anche in tutto il resto della città perché ad esclusione del centro storico, tutti i rubinetti sono a secco anche in zone come via Del Mare che non subivano più chiusure ormai da oltre 12 anni, da quando cioè il 7 luglio 2012 fu inaugurata la nuova condotta Fara San Martino-Lanciano. Così da giovedì e fino a lunedì, ma proseguiranno anche oltre, il centro sarà senza acqua dalla 21 alle 6 del giorno successivo.
Salgono quindi ad oltre 50 i comuni degli 87 gestiti dalla Sasi che fanno i conti con chiusure e razionamenti. «La situazione è sempre più difficile», spiega il responsabile dell’area tecnica della Sasi, Pio D’Ippolito. «Comprendiamo i disagi perché li viviamo anche noi, purtroppo c’è sempre meno acqua, maggiori richieste per il caldo e perché la popolazione aumenta coi turisti e siamo costretti a fare razionamenti per assicurare un minimo del servizio a tutti. Le sorgenti sono in sofferenza, la del Verde a Fara ha perso finora quasi 300 litri al secondo nonostante i quattro pozzi accesi, nella zona del Sinello allo smistamento a Roccaspinalveti se nel 2017 si segnavano 19 litri al secondo oggi sono a 14. Bene le ordinanze dei sindaci per l’uso improprio dell’acqua potabile ad esempio per annaffiare orti e giardini, riempire piscine, ma servono controlli e provvederemo anche noi a farli. Ma senza acqua e neve e con i lavori finanziati col Pnrr (nuova condotta Fara-Casoli -Scerni, potabilizzatore a Roccascalegna, interconnessione delle reti, ricerca perdite, ndc) da finire non possiamo fare altro».
D’Ippolito spiega anche che gli orari delle chiusure sono precisi perché i sistemi sono automatizzati non manuali, «il problema è che i serbatoi si vuotano prima per il maggiore consumo, il riempimento dell’acqua è più lento perché non ce n’è e di conseguenza arriva in ritardo nelle case e con una pressione inferiore».