CHIETI. Erano stati accusati di aver avuto un ruolo centrale in un’organizzazione che spacciava droga tra Francavilla al Mare, Ortona e Chieti, e per questo erano stati rinviati a giudizio nell’ambito dell’operazione denominata “Bufala” perché, nelle comunicazioni tra i presunti spacciatori, eroina, marijuana e soprattutto cocaina venivano spesso indicate come “mozzarelle”. Ma sono stati invece assolti dal tribunale di Chieti (giudice Enrico Colagreco) perché il fatto non sussiste Domenico Fontanarosa, 35enne di Francavilla, e Massimo Soprano, 38enne originario di Napoli ma residente a Francavilla. Entrambi sono stati difesi degli avvocati Italo Colaneri e Alessandro Mascitelli. Soprano era chiamato a rispondere anche di tentata estorsione ai danni di un altro imputato che, secondo gli inquirenti, aveva assunto il duplice ruolo di cliente e spacciatore, Mattia Cipressi, 35enne di Chieti, anch’egli assolto.
Il pm aveva chiesto sei anni per Fontanarosa e sei anni e sei mesi per Soprano. Insieme a loro, sono stati assolti, sempre perché il fatto non sussiste, anche Roberto De Felice, 53enne di Francavilla; Renato Caratella, 39enne di Ortona; Riccardo Lanaro, 45enne di Francavilla; Viviana Rosano, 43enne di Francavilla; Piero Mascioli, 43enne di Francavilla; Emanuela Franzese, 32enne di Grumo Nevano, in provincia di Napoli; Alessandro La Selva, 50enne di Francavilla; Milva Miccoli, 45enne di Francavilla; Marco Pelusi, 41enne di Chieti; Manuel Pelusi, 28enne di Chieti; Francesco Paolo Leggieri, 49enne di San Severo residente a Francavilla; Desislava Tonova, 40enne bulgara residente a Pescara. Gli imputati sono stati difesi, tra gli altri, oltre che dagli avvocati Colaneri e Mascitelli, da Cristina Di Renzo, Goffredo Tatozzi e Roberto D’Ettorre.
Il rinvio a giudizio era arrivato nel novembre del 2016, mentre le indagini erano state avviate dopo che, a fine 2013, le forze dell’ordine avevano fermato una persona intenta a cedere trenta grammi di cocaina. Dalle indagini che ne erano scaturite, gli inquirenti avevano ipotizzato l’esistenza di una rete di spaccio che operava tra Chieti, Ortona e Francavilla. Rete di spacciatori che, in diverse occasioni, avrebbe indicato con appellativi quali “auto” e soprattutto “mozzarelle” gli stupefacenti da cedere. Proprio dall’uso della parola “mozzarella” è poi derivato il nome “Bufala” dato all’operazione che ha portato al processo concluso con le assoluzioni di tutti gli imputati.(a.rap.)
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