
SULMONA. C’è un legame tra campo 78 e l’Eden camp di Malton, nel North Yorkshire. Nell’ex campo di prigionia dell’Inghilterra ci sono 33 baracche di cui una è dedicata a campo 78 di Sulmona. Nella struttura a Fonte d’Amore vennero tenuti prigionieri diversi inglesi che, una volta liberati, vollero ringraziare così la popolazione di Sulmona che offrì loro aiuto. Nei giorni scorsi una delegazione di inglesi, americani e australiani ha visitano campo 78. Ad accompagnare il gruppo il vicesindaco, Franco Casciani, che da anni segue questi interscambi e lavora per fare in modo che l’unione tra i due ex campi di prigionia possa essere ancora più salda. Durante la visita del gruppo è stata illustrata la storia di quello che fu luogo di prigionia nelle due Guerre mondiali e che, oggi, è divenuto un luogo della memoria, nel segno della libertà. «Seguo da molto tempo campo 78 e l’Eden camp di Malton», ha precisato Casciani, «e spero un giorno che questo interscambio culturale possa permettere ai giovani e non solo di conoscere queste due strutture e le loro storie. Ci lavorai già sette anni fa e ora sto continuando perché è un patrimonio che non può essere disperso. L’Eden camp è diventato un grande museo legato alla Seconda guerra mondiale dove ogni anni si recano in visita 150mila persone e che dà lavoro a 52 addetti. Un esempio sicuramente per campo 78 dove sono ripresi i lavori di ristrutturazione». Nella visita si è potuta toccare con mano l’emozione della figlia di un ex prigioniero arrivata dall’Inghilterra per vedere dove il padre era stato rinchiuso. «Questa donna è cresciuta con i racconti del papà che oggi non c’è più», ha concluso Casciani. «Le parlava di Campo 78 e del grande altruismo della gente di Sulmona. Per questo è voluta venire di persona a vedere questo luogo». (e.b.)
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