PESCARA. È tenuta sotto stretta osservazione in ospedale la ragazzina di 13 anni pescarese, precipitata martedì mattina dalla finestra della sua classe nella scuola “11 Febbraio 1944” di strada Colle Pineta, davanti agli occhi dei compagni e della insegnante che non hanno avuto il tempo materiale di fermarla. Il dramma si è consumato in pochissimi secondi. Le sue condizioni almeno a livello fisico non destano particolari preoccupazioni. Forse, nei prossimi giorni, sarà sottoposta a dei piccoli interventi chirurgici a causa di alcune fratture riportate nella caduta. Ciò che invece richiede attenzione è il suo stato psicologico. Come raccontato da persone a lei vicine, da insegnanti e da amici, da un po’ non stava bene: aveva attacchi di ansia e panico e anche a scuola ogni tanto aveva avvertito dei malesseri. Insomma, da un po’ manifestava un disagio a livello emotivo, per il quale era stato attivato uno specialista privato, con cui ci sono stati degli incontri. Nonostante questo, nessuno però si sarebbe mai immaginato che arrivasse a compiere un gesto del genere, da capire adesso causato da cosa. Stando a chi ha assistito alla scena, si è alzata chiedendo di poter aprire la finestra perchè aveva bisogno di prendere un po’ d’aria e poi, lasciando tutti spiazzati, si è lasciata cadere giù, facendo un volo di 5 metri. Immediatamente sono scattati i soccorsi ed è stata trasportata in codice rosso con un’ambulanza medicalizzata al pronto soccorso. Mentre era lì sull’asfalto ferita, in attesa dell’arrivo dei sanitari del 118, agli insegnanti e ai collaborati scolastici, agitata e in lacrime, quasi chiedendo scusa, ha detto di essere pentita per quello che aveva appena fatto.
Su quello che è successo sono in corso indagini della polizia. Sul posto sono intervenuti gli agenti della squadra volante e della polizia scientifica per i rilievi. Dopo aver ricostruito la dinamica, la squadra mobile ha già inviato una dettagliata informativa alla procura. C’è da capire se quel gesto poteva essere evitato proprio alla luce delle difficoltà che la ragazzina già aveva manifestato e se ci siano responsabilità relativi ad un mancato controllo di chi aveva il compito di vigilare, anche se pare, come detto, che tutto sia accaduto in maniera molto repentina. Ma soprattutto ora c’è da comprendere, non solo da un punto di vista penale e giudiziario, cosa abbia spinto una ragazzina di appena 13 anni ad arrivare a volerla fare finita e, quindi, il perché di questo suo profondo disagio. Si cercano delle risposte nel contesto familiare e dalle persone a lei più vicine, molte delle quali sono state già sentite. Si sta approfondendo quella che è la sfera familiare così come tutti gli altri ambiti, nessuno escluso. E questo per individuare la fonte del malessere e poter così intervenire nella maniera più opportuna. Al momento, si sta cercando, per quanto possibile, di farla stare tranquilla e con chi le trasmette l’affetto e la serenità di cui ha bisogno.
Nella scuola di strada Colle Pineta c’è ancora tanto sgomento per quello che è accaduto. Un fatto troppo grande ed è per questo che da subito è stato attivato il supporto psicologico per i compagni di classe della 13enne, ma anche per tutti gli altri studenti e le famiglie che ne sentissero la necessità. Martedì mattina, appena la notizia si è diffusa, fra i genitori si è scatenato il panico. Molti papà e molte mamme si sono precipitate a scuola terrorizzate. Per un paio d’ore, è stato un viavai continuo di genitori alla ricerca di informazioni su quello che era successo, sulle condizioni di salute della 13enne e sui propri figli.